Alessandro Benetton: “Crisi? Il futuro è a colori, non nero”
Luciano cede il testimone al figlio Alessandro Benetton
“Siccome Benetton Group ha sempre avuto una visione “a colori”, permettetemi di dire che non è tutto nero. Ci sono mercati in espansione che siamo pronti ad aggredire con determinazione. E opportunità nei mercati maturi, mi sento di dire, che possiamo far nostre”. Ha appena raccolto il testimone del padre Luciano. E Alessandro Benetton, 48 anni, già vicepresidente dell’esecutivo dell’azienda di Ponzano, segna la strada del “futuro”. Dopo l’uscita dalla Borsa nei mesi scorsi, ieri l’attesa assemblea che segna il passaggio generazionale e il cambio di passo per l’azienda che negli anni Ottanta ha rivoluzionato lo stile di vestire e di comunicare. A volte con discutibili eccessi. Ma senza dubbio sorprendendo. “Dopo una corsa durata 47 anni lascio le cariche dell’azienda fondata insieme ai miei fratelli. Il testimone passa a mio figlio Alessandro, ma la scommessa resta la stessa: fare, immaginare, essere innovativi. Questo faceva, fa e dovrà sempre fare l’imprenditore”. È commosso Luciano Benetton, che siederà in consiglio come “uno che ha un po’ di esperienza, cerca di suggerirla e farla applicare, ma non tanto, non sarò invasivo”, rinunciando a un ruolo da presidente onorario. Alessandro Benetton guiderà l’evoluzione dell’azienda in uno scenario di mutamento dei mercati, complicato dalla crisi del debito, per accelerare con decisione sulla strada della crescita e del miglioramento della redditività. Primo passaggio di questa nuova rotta è stata l’operazione di delisting, finalizzata all’acquisito di parte di Edizione, la finanziaria della famiglia Benetton, dell’intero capitale sociale di Benetton Group per agevolarne il futuro assetto competitivo. “Uscire dalla Borsa e investire su noi stessi, sul futuro del Gruppo – ha detto Alessandro Benetton – è una dimostrazione concreta di impegno, determinazione e volontà di superare questa fase complessa. Nel duplice segno della continuità e del rinnovamento vogliamo investire sui nostri punti di forza, in particolare la presenza nel mondo, la preziosa rete di partner commerciali e industriali, la notorietà e reputazione globale dei brand, la nostra moda colorata che offre qualità e stile al prezzo migliore”. Un percorso per superare le difficoltà. Il bilancio approvato dall’Assemblea segna un utile in calo a 73 milioni, con una flessione del 28.3% rispetto all’esercizio 2010. I ricavi netti sono stati pari a 2.032 milioni (-1%). L’indebitamento finanziario netto di 548 milioni al 31 dicembre 2011, rispetto ai 468 milioni al 31 dicembre 2010. “Quest’anno non distribuiremo dividendo e penso che sarà così anche per qualche anno”, questo per rispondere “ad obiettivi di medio e lungo termine” che stanno alla base della decisione del delisting da Piazza Affari- il ritorno sui listini non è escluso, ma non verrà prima di 5-7 anni, perché “siamo lontani dalla Borsa per gli obiettivi a medio-lungo termine”. Alessandro Benetton ha inoltre escluso l’ingresso di altri azionisti o la fusione con partner come la spagnola Inditex, proprietaria del marchio Zara, nel medio lungo periodo. Mentre ha sottolineato come sia possibile migliorare sia nel mercato italiano sia nelle economie emergenti, con priorità per India, Russia, Centro America e Cina. “Non dobbiamo nasconderci che stiamo vivendo una fase complessa, ma non è la prima crisi che affrontiamo”. Il mondo è a colori. Non nero.
FONTE: Avvenire
AUTORE: Giuseppe Matarazzo