Le donne uniscano il potere al merito: l’intervista del “Corriere della Sera” a Paola Severino
Le donne separano merito e potere; gli uomini misurano il merito col potere. In questa divergenza si innalza “il soffitto di cristallo che limita le donne nella loro ascesa“. È quanto sostiene Paola Severino in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”: “Dico che il merito per le donne non ha come riconoscimento naturale e obbligato il potere. È un po’ anche nostra responsabilità. Troppo spesso ci accontentiamo di essere brave. Gli uomini invece si accontentano solo col potere, e si nominano l’un l’altro. Abbiamo pudore nel parlare di potere, nell’accettarlo come misuratore abituale di qualità e competenza“.
La Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli invita quindi le donne a “creare più occasioni per il riconoscimento del merito femminile e ridurre così il gap tra merito e potere“: chi poi è riuscito “a sfondare il soffitto di cristallo” dovrebbe inoltre “aiutare le altre ad avere occasioni per mostrarlo“. Paola Severino evidenzia in merito l’assenza di donne nel comitato tecnico-scientifico che supporta la Protezione Civile nell’emergenza Coronavirus: “I primari sono tutti uomini? I dirigenti dei ministeri sono tutti uomini? E che attrito fa questo con l’immagine delle tantissime operatrici sanitarie che il coronavirus lo combattono nelle corsie e nei laboratori, dottoresse, ricercatrici e infermiere?“. Non a caso è stata proprio una donna, la dottoressa Annalisa Malara, a individuare il virus nel “paziente 1” di Codogno, nonostante regole e prassi non lo prevedessero: “Ha vinto la sua battaglia. Ha mostrato intuizione e tenacia, due grandi virtù che le donne possono portare alla comunità, perché sono loro proprie. Però non chiede niente, non ha il “complesso dell’eroe”, così tipicamente maschile. Con nobiltà e generosità vuole solo tornare al suo lavoro, come prima“.
Dunque la strada è ancora lunga: “Il cammino della parità in Italia procede per gradini. Ogni tanto accelera, poi si ferma“. Paola Severino ne ripercorre le tappe: “Nel ’46 le donne hanno conquistato il diritto di votare e di essere elette. Nel Comitato dei 75 che redasse la Costituzione ce n’erano 5. Poche in assoluto, ma tante per l’epoca. Però si dice ancora e solo “padri costituenti”. In magistratura le donne sono state ammesse solo nel 1963, a causa di una legge risalente al ’19, grazie all’azione di una donna, Rosa Oliva, che voleva fare il prefetto e ottenne una pronuncia della Corte Costituzionale. Oggi quella Corte, finalmente, è presieduta da una donna“. E se attualmente il 53% dei magistrati è costituito da donne, non arrivano a ricoprire i vertici degli uffici giudiziari, neanche ai vertici dell’avvocatura: “Eppure in magistratura si entra per merito, con uno dei concorsi più duri e selettivi“. E ad Antonio Polito che l’ha intervistata, la Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli spiega come il cammino verso una maggiore consapevolezza debba cominciare in famiglia: “Penso al modo di dire: “Dietro un grande uomo c’è sempre una donna intelligente”. Perché non si dice “accanto” invece che “dietro”? E, in secondo luogo, quando cominceremo a dire che dietro una donna di successo c’è sempre un uomo intelligente? Perché anche questo conta, eccome“. Per Paola Severino dunque è importante la capacità degli uomini “di essere uno stimolo e non un ostacolo” alla crescita delle donne: “La disponibilità ad accompagnare la loro strada e la fatica che comporta, a compensare il tempo che sottrae. Quanti ce ne sono, di uomini così?“.
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https://27esimaora.corriere.it/20_aprile_23/paola-severino-le-donne-uniscano-potere-merito-sottovalutate-anche-contro-virus-d41c1780-8592-11ea-b71d-7609e1287c32.shtml