Recovery Plan, Vito Gamberale: “Va affidato ad una personalità autorevole”
La crisi di Governo nata nelle ultime settimane, in piena emergenza sanitaria, ha messo in luce l’incapacità della classe dirigente italiana: politici di poco spessore e formazione che oggi più che mai controllano il destino del Paese, che non può perdere quell’unica occasione che è il Recovery Plan. È il quadro delineato da Vito Gamberale, top manager di lungo corso con importanti esperienze in Telecom e Autostrade, oggi a capo di ITEЯ Capital Partners. In un editoriale pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, critica duramente l’attuale gestione politica dell’Italia e mette in guardia sui Fondi europei: “L’Unione europea ha assegnato all’Italia 209 miliardi sui 750 destinati all’intera Europa: il 28% dei Fondi rispetto a poco più del 13% del peso della popolazione italiana su quella dell’Unione. Non è un regalo ciò che ci è stato offerto, quanto piuttosto l’evidenza della profonda crisi del nostro Paese rispetto all’Europa”. Per il manager la politica italiana attualmente non è capace di offrire persone all’altezza delle nuove sfide che attendono il Paese: “Diciamolo con franchezza, i personaggi governativi che hanno in mano il dossier non ne sono all’altezza. Perciò sarebbe utile, anzi necessario, individuare una personalità autorevole cui affidare per intero il Recovery Plan, dalla stesura, alla presentazione al Parlamento, alla negoziazione con l’Europa”. Il metodo suggerito per riuscire a sfruttare questa “chance” è quello aziendale, iniziando fin da subito con riforme serie e incisive che puntino a risolvere le problematiche strutturali, che vanno dall’enorme debito alla mancata crescita del Pil, fino alla carenza delle infrastrutture: “L’esperienza insegna che, in tali frangenti, si parte con un approccio top/down – scrive Vito Gamberale – magari condiviso tra creditori, parti sociali, azionisti. Il metodo richiede la preventiva identificazione delle maggiori criticità alla base del dissesto, per poi inquadrare decisioni e azioni per rimuovere quelle criticità; a cominciare dall’individuazione dei “manager” da coinvolgere perché l’intero progetto sia credibile e perché possa essere realizzato”.