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Auro Palomba: “Per la Borsa inverno in rosa”

Forse anche per l’economia italiana comincia a intravedersi la fine del tunnel. La lira sta recuperando buona parte del terreno perso nei confronti del marco tedesco, e anche il mercato azionario ha in-nestato la prima e ha già dimezzato il gap che la separava dall’inizio dell’anno. Per quanto riguarda la Borsa, inoltre, una serie di provvedimenti decisi dal governo, come la sospensione della tassa sul capitai gain e le privatizzazioni, vanno pian piano dipingendo uno scenario più roseo. Ce n’era bisogno, perché fra crisi valutaria, imposte decise all’ultimo momento e nei posti più inaspettati, si è verificata una fuga dei risparmiatori italiani da ogni investi-mento. L’hanno pagata le azioni, i conti correnti bancari, c ovviamente anche i fondi d’investimento. Ne parliamo con Guido Cammarano, segretario generale dell’Assogestioni, l’associazione che raccoglie i gestori dei fondi e degli altri prodotti finanziari, e da qualche giorno presidente della Cassa di risparmio di Orvieto.

Professor Cammarano. La Borsa sembra aver imboccato la strada della ripresa. La situazione è via di miglioramento

«Si anche per i fondi, che hanno chiuso ottobre con un saldo fra raccolta e riscatti ancora negativo, ma nettamente migliore rispetto a settembre».

Lei è ottimista?

«Se il mercato azionario va meglio ne traggono benefici anche i Fondi, che offrono un prodotto con minori rischi per gli investitori. Ma perché il quadro sia completo manca ancora qualcosa, ovvero i fondi pensione, che sono fondamentali. Non si può procedere alle privatizzazioni se non ci sono gli investitori istituzionali, e questi non possono che essere i fondi pensione. Per questo spero che venga presto esercitata la delega. Tutte le difficoltà devono essere superate, perché si deve capire che sono uno strumento fondamentale, non solo per le società, ma anche a livello individuale. La gente ora penserà di più al proprio futuro, e vorrà cominciare a mettere fieno in cascina. Sarebbe il maggior torto al mercato se non si istituissero i fondi pensione».

Il governo Amato in poco tempo ha dimostrato attenzione per il mercato azionario, testimoniata anche dalla visita del ministro del Tesoro Barucci in Borsa. È stata sospesa l’imposta sulle plusvalenze azionarie, e sembra imminente la messa sul mercato di parte delle società pubbliche. Qual è il suo giudizio?

«Il mio giudizio sull’operato del presidente del Consiglio Amato è molto positivo. Per quanto riguarda la sospensione della tassa sul capitai gain mi sembra un alto doveroso nei confronti del mercato».

Torniamo ai fondi. Nel mese di ottobre, sebbene 11 saldo fra nuove sottoscrizioni e riscatti sia migliorato notevolmente rispetto a settembre (pur rimanendo in “rosso” per più di 700 miliardi), si sono notate tantissime vendite nel comparto obbligazionario. Come le spiega?

«Qui, mi spiace, ma devo usare un brutto termine: i sottoscrittori a volte si comportano da speculatori e da “usurai”. Mi rincresce ma il termine esatto è quest’ultimo. Mi spiego: vogliono guadagnare il massimo degli interessi possibili, e spesso non si accorgono delle perdite in conto capitale. Chi investe in Bot e pronti contro termine spesso si comporta da speculatore. Questo è accaduto in ottobre e a farne le spese sono stati i fondi che investono in reddito fisso».

Qual è il futuro dei fondi?

«E’ nella specializzazione, come è successo in tutto il mondo. In Italia questa tendenza è spesso guardata male, si ha ancora l’idea dei fondi che si aveva nell’84, ovvero quella di grandi panieri. Invece si dovrà andare sempre più verso i fondi specializzati, che sostituiranno quelli precedenti».

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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