Idroelettrico, Renato Mazzoncini (A2A): “Settore strategico per il Paese”
9 miliardi di ulteriori investimenti permetterebbero di generare 26,5 miliardi di euro attraverso gli effetti indiretti e indotti con un impatto economico quasi triplicato per tutto il territorio nazionale, un aumento fino al 10% della produzione di energia e un deciso impulso alla transizione energetica.
Sono gli effetti di un’eventuale revisione della durata delle concessioni idroelettriche in Italia. A dirlo uno studio di The European House – Ambrosetti presentato lo scorso 20 aprile a Roma presso il Centro Studi Americani. Il rapporto, dal titolo “Le concessioni idroelettriche in Italia: incertezze e opportunità per il rilancio del Paese”, è stato realizzato in collaborazione con A2A, Edison ed Enel. Al centro dell’evento il ruolo strategico dell’idroelettrico, che in Italia detiene largamente il primo posto come fonte di produzione elettrica green. Tra i partecipanti anche Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A: “In un contesto come quello attuale – ha dichiarato – lo sviluppo delle rinnovabili non è più solo auspicabile ma necessario per contribuire a raggiungere l’autosufficienza energetica del nostro Paese e affrancarsi dalla dipendenza del gas estero”. La crisi energetica che monta ormai da mesi e lo scoppio del conflitto in Ucraina impongono all’Italia di guardare alle risorse strategiche del territorio. Investire sull’idroelettrico, ad oggi la tecnologia energetica con la carbon intensity più bassa, permetterebbe di rendere il sistema più stabile, resiliente e, grazie alle potenzialità dell’accumulo, sostenibile. Secondo i dati pubblicati dal Rapporto Ambrosetti, rideterminare la durata delle concessioni significa permettere agli operatori del settore di continuare a investire. Risorse stimate attorno ai 9 miliardi di euro che, grazie al moltiplicatore economico di 2,96 dell’idroelettrico, potrebbero generare ulteriori 26,5 miliardi nell’economia del Paese tra effetti indiretti e indotti. Aumentare la durata massima delle concessioni, che in Italia è tra le più basse in Europa, sarebbe tuttavia solo il primo passo da attuare. Diverse infatti le problematiche da risolvere, tra cui la disomogeneità delle varie discipline regionali: “L’idroelettrico è un settore strategico ed è gestito largamente da imprese italiane – ha commentato Renato Mazzoncini – gli investimenti dei gestori a beneficio di questa importante risorsa potrebbero essere favoriti da una normativa chiara ed omogenea, che preveda un’estensione della concessione a fronte di investimenti a favore dei territori che ospitano gli impianti, e la riassegnazione mediante gara in assenza di miglioramenti per gli asset da parte degli operatori uscenti”.
Per maggiori informazioni:
https://www.a2a.eu/it/concessioni-idroelettriche-italia-opportunit%C3%A0-rilancio-paese