Roberto Pangallo: l’ennesimo manager che non vedeva futuro in Italia
Il protagonista di questa storia è Roberto Pangallo, un italiano di 42 anni che da 17 anni vive all’estero. Nato e cresciuto in una città alpina del Piemonte, Roberto ha deciso di partire dopo aver ottenuto una borsa di studio per un’opportunità internazionale. Si è trasferito inizialmente nella Nuova Aquitania, nel sud della Francia, per frequentare la scuola nazionale superiore d’ingegneria a Limoges dove ha sperimentato una competitività accademica a cui non era abituato in Italia. Successivamente, ha fatto esperienze in Spagna, in particolare a Barcellona e Madrid, e poi si è trasferito a Tenerife, nelle Isole Canarie. È qui che adesso lavora come manager per una startup nel settore dell’ingegneria meccatronica applicata all’ottica 3D di nuova generazione.
Roberto Pangallo sottolinea come vivere a Tenerife gli offra benefici fiscali, con l’IVA al 7% e sconti per i residenti sui viaggi all’interno del territorio spagnolo, e la possibilità di godere del suo tempo libero che dedica ad attività culturali o legate alla natura e allo sport. Dopo aver lavorato per grandi multinazionali, l’expat di origini piemontesi ha deciso di mettersi in gioco in una realtà più piccola diventando manager in una startup con sedi a Tenerife, Madrid e San Francisco. Dell’atmosfera lavorativa spagnola, Roberto Pangallo dice di apprezzare particolarmente la grande fiducia nel prossimo e l’atteggiamento di semplicità e trasparenza che si ha sul luogo di lavoro, riconoscendo inoltre che una volta scoperta la moltitudine di opportunità che vengono offerte ai giovani all’estero, è difficile tornare indietro.
In Italia, racconta di non aver mai “trovato ambienti che potessero costituire un possibile valore aggiunto” per il suo cammino professionale, motivo che ha spinto sia lui che sua sorella a lasciare il loro Paese d’origine. Poi rivolge un pensiero ai giovani italiani, ai quali augura di avere un giorno “le stesse opportunità di quelli europei”. Secondo il manager, il Belpaese manca di spirito altruista, collettività e resta “accartocciato” sotto il peso di un’eccessiva burocrazia.
La storia di Roberto Pangallo rappresenta l’ennesimo esempio di un ragazzo italiano che ha dovuto lasciare il proprio Paese per poter trovare la propria soddisfazione personale e professionale, mettendo, ancora una volta, in luce le troppe sfide e mancanze che esistono in Italia.