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Auro Palomba: “La Borsa batte un colpo: +1,4%”

L’Unione Sovietica impedisce a Piazza Affari di tornare a quota 1000. L’intervista rilasciata dal ministro degli esteri di Gorbaciov, Eduard Shevardnaze, all’agenzia giapponese Kiodo ha infatti bloccato sul finale la Borsa milanese in una giornata condotta al gran rialzo. Alla fine il Mib ha guadagnato l’1.42% a 999 punti, sfiorando dunque solamente il livello da cui era partito lo scorso 2 gennaio. La quota mille era stata peraltro superata in seduta, prima che venissero diffuse le notizie sul pericolo di un nuovo colpo di stato in Urss, che hanno avuto un effetto immediato e deprimente sui titoli principali. C’è comunque voglia di rialzo in Borsa. Le aziende stanno tentando di tirare un po’ sui titoli in portafoglio (la cosiddetta “operazione finestra”), per evitare eccessive minusvalenze nei bilanci di fine anno. Gli operatori da parte loro appaiono rinfrancati dal buon funzionamento del mercato telematico, e anche dalle assicurazioni fornite dal Comitato direttivo circa il felice esito della liquidazione di fine mese, in programma domani. Le voci che indicano qualche operatore in difficoltà rimangono, ma il pericolo sembra essere rimandato al mese prossimo, l’ultimo di Borsa prima dell’entrata in vigore delle Sim.

Per quanto riguarda il telematico la quantità di titoli scambiati ha fatto cambiare opinione persino agli operatori più scettici, ovvero la maggioranza. I cinque titoli in continua sono andati ieri addirittura meglio della media del listino; l’indice alle “grida” aveva in fatti guadagnato l’1,32 %, risultato migliorato di un decimo di punto proprio dall’apporto finale dei titoli sul telematico. E tutto questo nonostante il mercato risulti frenato dall’esistenza nel circuito di qualche operatore “chiacchierato” che grazie all’incrocio degli ordini fatto in modo casuale può smerciare titoli che altrimenti gli rimarrebbero in tasca. Quando anche questo difetto sarà eliminato (il prossimo gennaio, con l’entrata nel sistema delle Sim) la Borsa continua potrà partire di gran camera, con un volume di scambi certamente superiore a quello che attualmente si fa a listino. Ma qualche segnale positivo lo si può già leggere dalle ultime sedute, che stanno riportando il mercato alla normalità, dopo tanti mesi difficili. Ora gli operatori aspettano solo che la Consob decida la revoca del provvedimento di sospensione delle vendite allo scoperto introdotto dieci giorni or sono per limitare eventuali ricadute dopo il piccolo “venerdì nero” di Wall Street. Dalla Commissione fanno però sapere che noti ci sono novità, ed i dunque probabile che anche oggi questa operazione non sia consentita, a meno che Bruno Pazzi non comunichi il contrario prima dell’inizio della seduta. In effetti la Borsa, pur in ripresa, appare bloccata dall’ impossibilità di vendere allo scoperto, uno dei “fondamentali” per il mercato azionario italiano.

Ed è significativo che lo Consob abbia mantenuto il provvedimento nonostante i segnali confortanti venuti da Piazza Affari nell’ultima settimana. Il ritorno della domanda ha favorito in particolare il comparto assicurativo, molto penalizzato nei mesi precedenti a causa delle notizie contrastanti sul pagamento dell’Invim. È probabile dunque che i prezzi abbiano già scontato il provvedimento, e ora si susseguono i rialzi. Anche ieri le Generali hanno guadagnato quasi il 2%, superate dalle Fondiaria (+3,37%), dalle Alleanza (+5,58%) e dalle Toro (+2,51%). Progresso anche per le Sai (+1,74%), che già avevano guadagnato quasi il 6% martedì. Ma il nuovo corso di Borsa non è targato solo assicurazioni. Quasi tutti i titoli guida sono saliti ieri in modo consistente, pur registrando nella maggioranza dei casi delle flessioni nel dopo listino. Così le Fiat hanno chiuso in rialzo del 2,53% e le Montedison dell’1,75%. Deboli invece le Olivetti, in calo dello 0,74%. Milano continua ad avere un andamento slegato dalle altre principali piazze mondiali, che hanno chiuso quasi tutte in ribasso. Francoforte e Londra hanno mostrato in particolare di soffrire le voci provenienti dall’Unione Sovietica. Alla City la giornata si è conclusa con l’indice in calo dello 0,97%, Francofone ha passato una mattinata difficile per poi segnare -1,04% con l’indice Dax. Un po’ meglio Parigi (-0,56%), mentre a Tokio l’indice Nikkei ha perso lo 0,6% ed è sceso sotto quota 23

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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