Auro Palomba: “Il dividendo Fiat scende a 230 lire”
Auro Palomba “Il taglio del 30% della remunerazione per favorire gli investimenti”
Avanti adagio. Grazie a Ford New Holland, l’acquisizione contabilizzata nel periodo fra maggio e dicembre dello scorso anno, la Fiat riesce a chiudere il ’91 con un lieve progresso del fatturato, portatosi a 58.029 miliardi, contro i 57.209 del ’90. Rispetto alla lettera degli azionisti dello scorso gennaio dunque, i ricavi netti consolidati sono stati ritoccati all’insù di 1.541 miliardi, quel tanto sufficiente per migliorare il dato dell’anno precedente. Niente da fare, invece, per quanto riguarda utili e dividendi. Confermando le stime espresse dagli analisti di Borsa, l’utile netto consolidato di competenza del gruppo è infatti sceso da 1.613 a 1.114 miliardi (di cui circa la metà portato dai proventi straordinari dovuti alla cessione della Telettra alla francese Alsthomh).
Mentre il dividendo che verrà proposto agli azionisti nell’assemblea di fine giugno sarà di 230 lire per azione ordinaria o privilegiata, e di 260 per ogni titolo di risparmio. Un calo di 140 lire, dunque, che in media equivale a più di un terzo del valore dello scorso anno (370 e 400). Ma a guardare i conti del gruppo torinese non si può biasimare la decisione di ridurre la remunerazione. Il dividendo è infatti calato quanto l’utile, e verrà distribuito il 62% del risultato, esattamente come nel ’90. Anche il presidente Gianni Agnelli, commentando a Montecitorio la delibera è stato Iaconico. È chiaro che uno può destinare il denaro a dividendo, riserve, investimenti, ricerca e sviluppo. Noi abbiamo dato priorità come sempre allo sviluppo. Il dividendo si è ridotto della stessa proporzione con la quale si è ridotto l’utile. Distribuiremo la stessa percentuale di utile che è circa il 62%. Il monte dividendi è infatti diminuito da 888 a 548 miliardi. L’utile netto della Fiat spa, infatti, la capogruppo che paga i dividendi, è sceso dal 38,53% a 871 miliardi, contro i 1.471 della gestione passata.
Alla formazione del risultato, spiega una nota del gruppo, hanno contribuito essenzialmente i dividendi percepiti dalle società partecipate, che sono ammontati a 759 miliardi e i proventi della gestione finanziari per 226 miliardi di lire. Le disponibilità finanziarie nette della Fiat ammontano a fine ’91 a 1.674 miliardi. Il consiglio ha quindi ripercorso i motivi dominanti della passata stagione, causati da una situazione congiunturale negativa che sicuramente permarrà anche nel ’92. Tutto ciò, unito a un quadro generale di pesanti squilibri dell’intero sistema paese, ha indotto l’azienda a un impegno eccezionale di investimenti, è scritto in una nota, già in corso e che proseguiranno nei prossimi cinque anni per un ammontare globale di circa 47 mila miliardi. L’attuazione di questi progetti, in un mercato altamente concorrenziale, richiede l’adozione di politiche di contenimento di tutti i costi, politiche peraltro già sono in atto. In questo contesto di rigoroso controllo di tutte le spese si inquadra anche la proposta di riduzione, di circa un terzo, del dividendo degli azionisti, che consente quindi di destinare ulteriori risorse al finanziamento del piano di investimenti.
Nel corso del ’91 sono stati effettuati acquisti di azioni proprie per 143 miliardi di lire, e in particolare 11.400 mila azioni ordinarie, per un valore unitario di 4.971 lire, 11.500 mila privilegiate (valore unitario 3.327 lire), 12.680 azioni di risparmio (valore unitario 3.767 lire). Dei 642 miliardi di azioni che potevano essere acquistate, in seguito l’autorizzazione ricevuta l’anno scorso dall’assemblea, la società ne ha coperti solo 142 miliardi, per cui residuano 484 miliardi di lire. Il consiglio chiederà pertanto all’assemblea la proroga per altri 12 mesi. Andando nei settori, si scopre che la Fiat è sempre auto dipendente. Il fatturato della Fiat Auto è infatti pari a 27.506 miliardi (27.675 nel ’90), ma il risultato netto di questo settore è diminuito di molto, passando da 751 a 386 miliardi. Spulciando fra i comportati si nota il buon anno della Rinascente, che ha contribuito per 100 miliardi all’utile netto.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba