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Auro Palomba: “Iri, la Sme non si tocca”

L’Iri, dopo un vertice tra l’amministratore delegato, Michele Tedeschi, e il presidente e l’amministratore della Sme (Valori e Aitali), dice che non c’è nessuna trattativa di cessione della sua finanziaria alimentare. In so-stanza: ora la Sme non si tocca. Ma in Borsa si parta insistentemente di un’offerta pubblica di acquisto sulla Sme. 11 tam-tam di Piazza Affari sembra essere chiaro. Qualcuno si sta muovendo, neanche tanto sommessamente, per rastrellare ì titoli della società alimentare dell’Iri. Il movimento è tanto palese da in-durre la Consob a sospendere temporaneamente il titolo dalle quotazioni, ieri mattina, proprio nell’unica seduta in cui il prezzo (-0,28%) appare stabile. In Borsa si là un unico nome, quello della Nestlé, alla testa di una cordata i cui componenti cambiano di giorno in giorno. Ieri i più accreditali compagni di strada della multinazionale elvetica erano indicati nei tedeschi della Metro, mentre per il tramite in loco il più gettonato è sempre Raul Gardini, nonostante la parziale smentita. L’Iri, sollecitata dalla Consob, ha negato ieri qualsiasi “trattativa finalizzata alla cessione totale o parziale della partecipazione detenuta nella Sme (62,1% del capitale sociale) ovvero alla cessione di rami di azienda o di attività rilevanti della stessa società”. La Sme ha risposto alla commissione presieduta da Enzo Berianda sullo stesso tono. Ad integrare le dichiarazioni dell’azionista di maggioranza il presidente Giancarlo Elia Valori conferma che “concrete ipotesi di dismissione di società o di rami di azienda * da parte della Sme riguardano unicamente le attività dolciarie in joint-venture con operatori privati”, e cioè Adams e Alidolce/Pai, per le quali “sono in corso trattative aventi ad oggi differenti livelli di definizione e che si ritiene di poter concludere nel corso dei prossimi mesi”. La Sme nega inoltre che vi sia alcuna trattativa per Nuova Forneria. A prima vista quella della Sme sembra dunque essere una sorta di commedia dell’assurdo. Tutti negano di essere compratori del titolo in Borsa, c dalla finanziaria e dall’Iri d’altra parte affermano di non essere interessati a vendere niente, e la società inoltre non fa parte del primo gruppetto indicato, dal Consiglio dei (ministri come oggetto di privatizzazione. Ma allora tutto questo interesse a Piazza Affari da cosa è motivato? Forse dallo studio dì alcuni analisti che hanno valutato l’azione 7 mila lire contro le 4.700 di quotazione? Certamente no. Ieri pertanto la Consob ha fatto un’indagine a 360 gradi, sentendo tutti quelli che hanno dichiarato il proprio interesse per la Sme. Il groppo Ferrozzi “conferma il proprio interesse alla privatizzazione del groppo Sme, e precisamente ad esaminare l’acquisto dell’intera partecipazione dell’Iri, a partecipare con altri gruppi a tale rilievo, a procedere, ove occorra, unitamente all’azionista pubblico e/o privato à programmi di valorizzazione e razionalizzazione delle aree di business industriali e commerciali del settore”. Ferrozzi precisa di non avere comunque avviato trattative in merito e che nel caso provvederà ad informare la Consob e il mercato azionario. Analogo discorso fanno alla Cragnotti & Partners: non c’entrano niente con gli acquisti in Borsa, dicono, perché il loro interesse è per la privatizzazione della Sme tramite un’asta pubblica. Alla Banda dicono di non essere interessati ad altre aziende che fanno parte della finanziaria alimentare pubblica. Alla Fininvest rispondono con un “ci mancherebbe altro”, mentre anche a Torino, al gruppo Fiat, non risulta alcun interesse.
E lui, Raul Gardini, primo indiziato di essere dietro i movimenti del titolo in Borsa? Nega: «A tutt’oggi, ha spiegato ieri un portavoce del groppo, non possediamo né direttamente né indirettamente neppure un’azione Sme. Non siamo coinvolti in nessuna azione di rastrellamento né per conto nostro né per conto di altri, come per esempio la Nestlé. Le notizie pubblicate oggi sui giornali presupporrebbero una serie di accordi tra Sme, Gardini e Nestlé che non esistono assolutamente. Non abbiamo trattative in essere», anche se è evidente l’interesse del groppo per l’alimentare e «la Sme è una delle società che rientrano in questo panorama strategico». Ma in Borsa non ci credono e dicono che Gardini stia mettendo insieme un pacchetto di azioni per poi lanciare un’Offerta pubblica d’acquisto sulla maggioranza della Sme, offrendo un prezzo tale da mettere Viri con le spalle al muro, in un momento di difficoltà economiche generali del Paese c dell’industria pubblica. la cordata sarebbe inoltre composta per la gran parte da groppi esteri, di differente estrazione e comparto produttivo, che potrebbero in un secondo tempo anche decidere lo smembramento della Sme. «L’aumento di capitale si farà quando il mercato ce lo consentirà». Con queste parole l’amministratore delegato dell’Iri, Michele Tedeschi, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano informazioni sui tempi dell’aumento di capitale della Finmeccanica che era previsto nel mese di novembre. «Il mercato in questo momento – ha precisato Tedeschi – non consente di fare operazioni sul capitale che prevedono oltretutto obbligazioni con warrant». L’amministratore delegato dell’Iri ha anche precisato, por non ricordando precisamente le cifre, che «Il flottante della Finmeccanica dovrebbe aggirarsi intorno al 25%. MI sembra, comunque, di poter dire – ha concluso Tedeschi – che il debutto della finanziaria in Borsa è stato più che buono».

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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