Auro Palomba: “Attacco alla Stet in Piazza Affari”
La speculazione attacca la Stet e la società si difende. Dopo l’annuncio dell’acquisizione della Finsiel dalla capogruppo Iri per 700 miliardi, il titolo ordinario della Stet ha perso infatti in poche ore il 23,33%, scendendo a 1.035. lire, mentre le risparmio hanno ceduto oltre il 20,91% a 961 lire. I rispettivi warrant sono scesi del 46,15% del 43,15%. Nella mattinata di ieri si sono in pratica bruciati 1.361 miliardi di capitalizzazione della holding delle telecomunicazioni dell’Iri. Intanto anche il titolo Sip cedeva quasi il 6%. La Stet ha puntato l’indice contro la speculazione mentre in Borsa hanno chiesto indagini della Consob. Si è parlato inoltre di «partita di giro» (alcuni sostengono che presto la Finsiel verrà venduta all’americana At&T). La Stet ritiene invece che l’acquisto di Finsiel sia «compatibile con l’impegno delle telecomunicazioni, il prezzo è in linea con gli standard di settore e la logica dell’operazione è tutt’altro che meramente finanziaria: quindi non si capisce l’attacco speculativo al titolo Stet». Secondo la società di Biagio Agnes si vuole «favorire interessi stranieri e italiani che mal sopportano la vitalità del gruppo, come attestano alcune interpretazioni di questi giorni che non corrispondono alle nostre intenzioni, né ai fatti, e che hanno semmai qualcosa a che vedere con una Filosofia che concepisce le privatizzazioni come un’occasione di svendita di patrimonio collettivo; e che di conseguenza vede nella vitalità di un’impresa pubblica un ostacolo ai propri disegni».
Si descrive poi l’obiettivo dell’acquisto di Finsiel: «E’ pienamente compatibile con l’impegno delle risorse che la Stet dovrà de¬ dicare allo sviluppo delle telecomunicazioni, la redditività della Stet è assicurata da questa compatibilità, c il prezzo di 700 miliardi c provvisorio, legato a rigorose procedure di valutazione, e in linea con gli standard valutativi del settore. Nei contatti quinquennali con At&T, sfociati in un’intesa con (taltei nell’89, non si è inoltre mai parlato di Finsiel». La Stet quindi all’erma che «l’integrazione fra telecomunicazioni e software è una realtà di fatto anche per altre società mondiali», quindi vi è ampio spazio per sfruttare le capacità Finsiel. Tornando airitaltcl, alla Stet sostengono che non è «vero che con 130 miliardi di utile sia un’azienda che langue. L’Italtcl come Finsiel è parte integrante della nostra strategia di gruppo». Quanto al comportamento in Borsa, «ipotizzare che Stet non valorizzi la sua azione in funzione degli azionisti minori significa non tenere conto dei risultati semestrali, delle previsioni di esercizio ’92, della politica di dividendo, delle riserve di bilancio, di un profilo che pone la Stet ai vertici delle aziende con maggiori utili». Perciò, conclude la nota, «non si capisce l’attacco speculativo al titolo Stet». Gli accusatori in Borsa la pensano invece diversa-mente. Ettore Fumagalli, ex presidente delle Borse Cee, ha chiesto un intervento della Consob per analizzare i movimenti al ribasso del titolo nei giorni antecedenti all’operazione, nonostante risultati semestrali in linea con quelli precedenti. In particolare, sul prezzo di acquisto si fa notare che è superiore di circa 40 volle agli utili ’91 di Finsiel, pari a 16 miliardi. Sul fronte sindacale la Uilm ha criticato l’operazione, giudicata «mera-mente finanziaria», e ha chiesto un incontro al governo.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba