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Giovanni Lo Storto: “molte imprese cercano ancora bravi laureati”

Secondo Giovanni Lo Storto, Vice direttore Luiss, per gli studenti occorre puntare sempre di più su studi di eccellenza

La generazione di oggi vive un momento buio in cui ogni speranza sembra vana e l’impegno non sempre è ripagato. Un tempo il "pezzo di carta" era, in qualche modo, garanzia di occupazione. Adesso non è più così. Il dato parla chiaro: l’anno scorso 200 mila "dottori" italiani under 35 non hanno trovato lavoro. Nonostante ciò, molti ragazzi scelgono di rimanere ancorati al loro sogno, alla speranza che il futuro possa cambiare. È una scommessa. È la scommessa. Investire sul proprio talento e su un domani a scatola chiusa. «Oggi la laurea ha un valore altissimo – dice Giovanni Lo Storto, vicedirettore generale della Luiss – e questi dati sconcertanti non possono essere letti decontestualizzandoli dalla situazione economica del Paese».

Dott. Lo Storto, il Sud vive una situazione diversa rispetto al resto d’Italia. È davvero un’utopia sperare che qualcosa cambi?

«Questo è un argomento che mi tocca in prima persona poiché sono pugliese. Il Mezzogiorno ha una capacità e una vivacità economica purtroppo ancora inferiore rispetto a quella del Centro-Nord. Non cambierà mai nulla se queste rimangono solo parole e non si comincia a lavorare concretamente. È necessario creare insieme un futuro diverso cercando di costruire un sistema di competenze individuali».

Giovanni Lo Storto, secondo lei oggi che valore ha studiare all’università?

«Altissimo. Molte aziende manifestano un’esigenza non soddisfatta di circa 41 mila laureati in economia. Questo ci fa capire molte cose. Uno dei modi più utili per uscire dalla crisi è formarsi al meglio per essere più competitivi. È quindi essenziale scegliere una Università che non sia troppo distante né dalle ambizioni personali né dalla possibilità di offrire una reale efficacia sul mercato del lavoro».

Laurearsi in un Ateneo di eccellenza è una garanzia di successo?

«Certamente poiché prepara a un corretto inserimento nel mondo del lavoro. L’orientamento è un momento importante che dovrebbe fornire ai ragazzi tutti gli strumenti informativi affinché possano decidere al meglio. È indispensabile insegnare loro come trovare un’occasione di lavoro».

E forse anche come credere in sé stessi.

«Assolutamente sì. Il sostegno deve essere completo. La crisi ha spiazzato la nuova generazione e ha messo in dubbio il valore della fiducia. È fondamentale dare l’idea che i giovani possano ancora costruire il futuro partendo da loro stessi così come hanno fatto le generazioni precedenti».

A tal proposito, molti giovani hanno buone idee e sono in grado di lanciare imprese. Ecco così che entriamo nell’argomento Start up.

«La generazione di oggi ha una enorme dimestichezza con gli strumenti digitali. Fornire contesti in cui è possibile creare la propria impresa è un segno di responsabilità che non si può dimenticare».

Però, per fare impresa sono indispensabili i capitali. E le banche sono avare… E’ un circolo vizioso.

«All’inizio è indispensabile avere un’idea. Le banche finanziano imprese già avviate. Una Startup inizialmente ha bisogno di 30 mila euro e questo capitale viene fornito da investitori specializzati nel cosiddetto seed capital».

FONTE: La Sicilia
AUTORE: Jessica Nicotra

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